E’ ripresa con forza la lotta all’ ikea di Piacenza. Dopo la sospensione di 33 lavoratori, tutti iscritti al S.I. Cobas e maggiormente attivi nell’organizzazione dell’attività sindacale nel magazzino, sono ripresi i blocchi e i picchetti.
E’ chiaro l’attacco ordinato da Ikea e messo in pratica dalla cooperativa San Martino, per eliminare il S.I. Cobas dal magazzino. Dopo un’anno e mezzo dalla vittoria contro la multinazionale del mobile, i padroni tornano all’attacco con le sospensioni e appoggiati da sindacati servi, istituzioni, stampa e polizia.
Come è avvenuto in passato,sono iniziati gli attacchi di politici locali e Sindacati confederali contro si cobas e solidali, con le solite accuse ormai ripetute in ogni situazione; dalla presenza dei centri sociali, alla condanna dei metodi di lotta, fino alla minaccia di chiusura del magazzino Ikea più grande del sud Europa e l’infamante accusa di strumentalizzazione.
Insomma l’attacco è partito in grande stile, ma la risposta dei facchini non si è fatta attendere: Blocchi, lancio di un corteo e della campagna di boicottaggio contro Ikea.
Domenica 11 Maggio alle ore 16 a Piacenza,corteo con partenza dai giardini Margherita…
Pubblichiamo di seguito i due comunicati del S.I. Cobas:
Dal presidio permanente all’IKEA: “tutti uniti, siamo uniti!”
In molti, a Piacenza, hanno preso posizione sui fatti di oggi all’Ikea. Tranne poche eccezioni, c’è stato un coro unanime che, con sfumature differenti, si dice preoccupato della situazione e bolla, sostanzialmente, i lavoratori in lotta e chi li sostiene come un problema di ordine pubblico facendo passare IKEA e la Coop. San Martino come vittime di una minoranza di facinorosi che non avrebbero motivi validi di protestare.
C’è addirittura chi, in modo squallido e vergognoso, come Marco Colosimo, Consigliere Comunale Piacenza Viva, figlio di Antonio Colosimo della segreteria territoriale FIT-CISL, definisce i “pseudo sindacalisti” del SI.COBAS degli “opportunisti accompagnati dai centri sociali di stampo comunista che approfittano dell’ignoranza economica e sociale di soggetti che lavorano all’interno di Ikea tramite la Cooperativa San Martino”. Parlare di persone a lui sconosciute e della loro “ignoranza economica e sociale”, parlare di solidali “di stampo comunista” che appoggiano la lotta dei lavoratori andando incontro a manganellate e denunce, esprime ovviamente un giudizio politico-razzista che si commenta da solo.
In un nostro comunicato stampa del 25/11/2013 denunciavamo che Colosimo padre, sig. Antonio, aveva recentemente tirato un bel bidone ai lavoratori ex Euroservizi, cooperativa precedentemente operante in IKEA ed ora in stato di liquidazione (altro bidone). Il “nostro” indomito sindacalista che insieme a Massimiliano BOROTTI della UIL Trasporti oggi firma una “comunicazione urgente” che condanna la lotta «ad opera dei “soliti noti” che ben poco hanno a che fare con la normale pratica sindacale» mantenne, allora, il silenzio stampa rispetto alle nostre contestazioni circa i truffaldini verbali di Conciliazione in sede sindacale che confezionò per i lavoratori nel loro passaggio alla neonata “Società Cooperativa NT Service”.
In questi verbali il socio-lavoratore, infatti, accettava espressamente che la “Società Cooperativa NT Service sia liberata dalla responsabilità solidale per il credito per retribuzioni maturate e non pagate, per TFR e per il Fondo il Fondo di Previdenza integrativa, nonché per tutti i ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità, ferie, permessi e per ogni altro credito maturato alla data del 31 ottobre 2013. Il socio lavoratore rinuncia pertanto alla solidarietà di NT Service ex art. 2112 c.c. pere dette ragioni di credito e relativamente ad ogni altra pretesa, diritto, domanda ed azione che sia dipendente, collegata o conseguente al rapporto di lavoro intercorso con Società Cooperativa Euroservizi”.
Vediamo se questa volta il sig. Colosimo si degnerà di far chiarezza su questo fulgido esempio di “normale pratica sindacale” e se il sig. Antonio, politico di successo, a qualcosa da dire in merito .
La Filt CGIL, invece, con un comunicato del segretario generale di Piacenza CLAUDIO CHIESA, parla di tornare allo pseudo tavolo con le altre confederazioni per la vertenza IKEA per discutere gli aspetti contrattuali migliorativi per tutti. Un bel tavolo tra amici, alle spalle dei lavoratori, per giocare ad una rappresentanza che non hanno, bypassando le assemblee nel Deposito per il semplice fatto che quando hanno provato a farle sono andate deserte.
Il comune, dal canto suo, si affida alle “tesi migliorative” della San Martino circa l’applicazione del CCNL e chiede pertanto che si metta fine immediatamente al blocco dell’impianto.
L’idea dei lavoratori masochisti che mettono a repentaglio la loro occupazione perché fuori di testa ovviamente non sta in piedi e non la condividiamo. Essendo la maggior parte dei lavoratori in questione immigrati (e non ignoranti) sono in Italia proprio per lavorare.
Il problema di “ordine pubblico” non sono i lavoratori ma chi li sfrutta e li vuole sottomessi e siamo pronti, visto anche le denunce per diffamazione, a qualsiasi confronto pubblico su quanto abbiamo affermato ed affermeremo.
Intanto, il presidio permanente dei lavoratori davanti al Deposito Ikea, ringraziando tutti gli operai delle altre aziende e i solidali che ci stanno sostenendo, ha deciso che domenica 11 maggio porterà le sue istanze nella città, attraversandola con una manifestazione nel pomeriggio e chiamando alla partecipazione tutti coloro che ci sostengono a Piacenza e nel paese. Da lì lanceremo una campagna di lotta da sviluppare nel proseguo di questa battaglia.
Ci vogliono ridurre a problema di ordine pubblico, faremo capire che il vero problema è un sistema economico-politico sordo alle istanze dei lavoratori, che li vuole ridotti ad una condizione subalterna, senza giusti salari e soprattutto ridotti al silenzio.
Ci stanno provando. Lo impediremo!
DOMENICA 11 MAGGIO ORE 16, CORTEO A PIACENZA CON PARTENZA DAI GIARDINI MARGHERITA.
Sindacato Intercategoriale Cobas
Coordinamento provinciale – Piacenza
7 Maggio 2014
Cobas Ikea Piacenza: LA LOTTA DEGLI OPERAI RESISTE AL MANGANELLO E ALLE MENZOGNE
A protestare davanti ai cancelli del deposito dell’IKEA di Piacenza contro la politica ed i provvedimenti antisindacali della San Martino/Confcooperative oggi non c’era un “numero limitato di soci lavoratori”, come recitava ieri il comunicato della cooperativa, ma la maggioranza di quelli operanti presso l’appalto.
La tesi della minoranza facinorosa, esposta dai “signori delle cooperative” cade miseramente dopo 24 ore. Si rafforza, invece, la nostra convinzione che ci fa ritenere che questa iniziativa repressiva sia deliberata ed orchestrata scientificamente per arrivare ad un licenziamento di massa per far fuori il Sindacato SI.COBAS.
Da qualche mese la San Martino, per mano del suo Direttore Alessandro Maffi, che nel frattempo ha assunto anche la carica di Direttore Generale della CONSICOPRA, ha intensificato le azioni disciplinari ai suoi soci più poveri ed ha contrattualizzato a tempo determinato decine di nuovi lavoratori, molti con contratto part-time nonostante lavorino 8 e più ore al giorno, addestrandoli alle varie mansione in previsione di rimpiazzare i potenziali scioperanti.
Il massiccio intervento di oggi delle forze di polizia in tenuta antisommossa e le botte elargite stamattina (con un lavoratore portato via in ambulanza) per salvaguardare “il diritto e la libertà di lavorare” di una minoranza, di cui fanno parte anche lavoratori della cooperativa operanti in altri appalti e spostati per sostituire quelli in sciopero, ce lo rafforza.
Domani si prosegue, stesso copione, e così sarà nei prossimi giorni, perché siamo pronti ad una lunga battaglia. La notizia intanto ha fatto il giro del paese e la solidarietà ci è giunta da molte città e situazioni che chiedono come poterci sostenere.
Domani, l’assemblea operaia prenderà le sue decisioni e lancerà un appello ed una campagna di mobilitazione e lotta per rilanciare ed estendere la solidarietà attiva alla nostra lotta. Una lotta che è parte integrante della battaglia di dignità e giustizia che il movimento degli operai della logistica ha saputo costruire in questi anni e patrimonio di tutto il movimento dei lavoratori stanchi di ricatti e soprusi.
Oggi ci hanno chiesto di fare un incontro con personale che non poteva decidere nulla, ci ha chiesto cosa volevamo e per dovere di cronaca lo riportiamo per farlo conoscere a chi legge:
1. Ritiro di tutti i provvedimenti disciplinari.
2. Riconoscimento formale del SI.COBAS, delle RSA – Rappresentanze Sindacali Aziendali – ed un accordo sindacale sui seguenti punti:
· Applicazione delle tariffe del CCNL del 1 agosto 2013. Le cooperative stanno applicando le tariffe del 26.01.2011. Nelle nostre buste paga compare una voce “anticipo futuri aumenti/AFA” erogato in base al raggiungimento di un indice di produttività. Quei soldi non devono essere legati ad indici di produttività, al pari dei lavoratori IKEA che hanno il nostro stesso CCNL (contratto nazionale). Si deve porre fine al dumping contrattuale nel Deposito Ikea. A titolo esemplificativo la paga base di un 5° livello è attualmente di 1385.91 mensile e di 8,2494 oraria, mentre le cooperative continuano ad applicare 1355.15 mensile e 8,06637 oraria.
· Istituti contrattuali di 13^, 14^ , TFR, FERIE, PERMESSI, ROL/EX-FESTIVITA’ non devono essere calcolati sulla base delle ore lavorate ma sulla base delle 168 ore mensili previste dal Contratto nazionale che specifica che per i mesi in cui il lavoratore lavora frazioni di mese superiori a 15 giorni gli istituti devono essere conferiti al 100%
· La copertura integrale di malattia ed infortunio, senza nessuna deroga a pretestuosi cavilli, al pari dei nostri colleghi assunti da IKEA. Le cooperative non possono parlare di mutualità quando lasciano il socio-lavoratore ammalato od infortunato senza adeguata copertura economica. Questa, per noi, è una questione di civiltà, inderogabile!
Domani è un nuovo giorno … la lotta continua!
Sindacato Intercategoriale Cobas
Coordinamento provinciale – Piacenza 6/05/2014